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Comete
Bimestrale on line
Reg. Tribunale di Vicenza n. 1165 del 18 dicembre 2007
Editor e direttore responsabile Bianca Nardon
Redazione STEP Srl Contrà Porti, 3 Vicenza


Anno V n. 13 Febbraio 2011

Incontro con Massimo Cirri

www.caterpillar.rai.it

Da chi sono nate la coscienza ambientalista di Caterpillar e la campagna "M'illumino di meno" partita nel 2005? Sono entrambe nate da noi, all'interno del programma.

Cosa significa a livello concreto aderire alla campagna? Bisogna dichiarare quale azione particolare e di valore simbolico per il risparmio energetico si ha intenzione di realizzare nel giorno clou dell'iniziativa, fissata quest'anno per il 18 febbraio.

Si tratta di una campagna che negli anni scorsi ha coinvolto anche importanti città straniere. Sì, ci sono state edizioni con una forte attenzione verso l'estero, ma quest'anno la campagna ha una dimensione nazionale perché è stata abbinata ai 150 anni dell'Unità d'Italia. Infatti si è richiesto di realizzare manifestazioni basate su fonti di illuminazione alternative che abbiano come oggetto il tricolore.

Che idea vi siete fatti del senso di urgenza e della volontà degli italiani in campo ambientale? Sicuramente nel giro di pochi anni la coscienza dell'importanza di questi temi è cresciuta ed è in costante aumento.

C'è qualcuno che l'ha colpita particolarmente, per l'ingegnosità delle soluzioni proposte o per la capacità di coinvolgimento di particolari gruppi di opinione? In moltissime città vengono organizzate iniziative che creano un grande coinvolgimento del pubblico. Quest'anno ci si è sembrato molto divertente l'intervento di un teatro di Bolzano, che invita cittadini e personaggi pubblici a pedalare su una cyclette che produce energia elettrica con l'obiettivo di cucinare dei wurstel. Una proposta per far capire quanto costano la fatica e la pesantezza dell'energia.

Oltre a far rilevare un calo sensibile dei consumi energetici nella giornata principale della manifestazione, secondo voi la campagna ha inciso sulle modifiche di alcune abitudini? L'obiettivo è quello di far riflettere sulla centralità della questione energetica nei nostri stili di vita, ora e nel futuro. E' un contributo ad un cambiamento culturale generale in atto. Dieci anni fa parlare di risparmio energetico nel nostro paese non voleva dire quasi nulla. Adesso significa qualcosa. Ovviamente non è tutto merito nostro, ma di una serie di condizioni economiche e sociali. Oggi banalmente qualche migliaio di italiani ha installato sul tetto di casa propria i pannelli solari. Solo fino a quattro o cinque anni fa questo non accadeva in quasi nessun luogo del paese.

Caterpillar, attraverso l'Azzero Co2, ha compensato le emissioni dell'anno 2010 attraverso l'acquisto di un credito per un progetto di riforestazione. Quale? Si tratta di un progetto di piantumazione in Valtellina.

Per denunciare la portata dei problemi ambientali alcune autorità internazionali hanno reso dichiarazioni dirette e perentorie. Una per tutte, del segretario delle Nazioni Unite, Ban Kii-Moon, nel 2009: "Abbiamo il piede sull'acceleratore e ci stiamo dirigendo verso l'abisso. Abbiamo scatenato forze potenti ed imprevedibili, il cui impatto è già visibile". L'ironia e la leggerezza sono, secondo lei, nel caso italiano, strumenti di comunicazione efficaci? E' una questione di linguaggio. Noi per contratto nel nostro programma utilizziamo questa tipologia e quindi anche la questione del risparmio energetico si inserisce in questo filone. Il discorso sull'informazione più in generale è molto complicato. Nel nostro paese, come la politica, anche l'informazione è un po' indietro su questi temi. Ad esempio non vengono adeguatamente rappresentate quelle decine di migliaia di cittadini che hanno investito diecimila o quindicimila euro sui pannelli fotovoltaici. E' un problema intrinseco dell'informazione.

Sui temi ambientali ci sono categorie professionali o fasce sociali più coinvolgibili di altre? Sul coinvolgimento di alcuni professionisti rispetto ad altri non ho una percezione precisa. Con il nostro programma siamo abbastanza trasversali. Sicuramente una categoria importante e coinvolta è quella degli amministratori locali. Quando ci si trova a confrontarsi con decisioni concrete, ad esempio se rifare il tetto di un edificio pubblico con un materiale o con un altro, si è spinti verso soluzioni innovative e più efficaci. Un altro ambito impegnato è il mondo delle scuole. C'è una generazione di insegnanti che concretamente realizza esperienze con i propri studenti, di età diverse. Ci sono anche molti cittadini singoli che hanno una coscienza personale su questi temi. Forse non c'è ancora una caduta sociale che mette insieme tutti questi gruppi. Questo è anche uno dei motivi di successo di "M'illumino di meno" che invece dà uno spazio comune a queste persone.

C'è un identikit dell'ascoltatore di Caterpillar? Sappiamo che è un pubblico generalmente dai venticinque anni in su, abbastanza colto, istruito, che spesso è in auto, molto attivo, ma di più non sappiamo, perché non ci sono state rilevazioni recenti sui dati degli ascolti radiofonici.

Si può presumere che una fascia di persone che nel nostro paese non riesce più a guardare la TV, si rivolga verso la radio aprendola a nuove opportunità? I dati degli ascolti sono in crescita, ma forse non sono direttamente legati a chi guarda meno la tv.

Qual è il suo atteggiamento personale nei confronti del tema dei cambiamenti climatici e degli effetti ambientali? Sono assolutamente molto pessimista. Vivo a Milano da anni, ho assorbito una enorme quantità di PM10 e penso che morirò prima per l'inefficienza della politica e per la mancanza della volontà di affrontare questo problema. Sono cosciente che vivrò meno, che la mia vita e la nostra vita sarà più breve di quanto avrebbe potuto essere perché nessuno sta prendendo in mano la situazione. Ne sono certo statisticamente. Sarà perché nessuno avrà avuto il coraggio di porre la questione. Vorrei vivere a lungo e mi verrà impedito dal sistema dei poteri forti e dal silenzio di tutti. La questione dell'inquinamento riguarda molto da vicino noi che viviamo nel Nord Italia, ma anche il resto del pianeta. Moriremo tutti prima e sarà terribile. Sarà una cosa silenziosa e non fa ancora massa d'urto. Ma rimane comunque una questione di vita o di morte.

Quanto questa mancanza di reazione è un problema italiano e quanto è globale? E' in genere di tutto l'Occidente.

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