Comete
Bimestrale on line
Reg. Tribunale di Vicenza n. 1165 del 18 dicembre 2007
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Lo sguardo verso l'Oceano è l'anima del tuo paese ed è presente nella tua musica. Come definiresti il tuo rapporto con il mare?
Si tratta di un forte legame, di un rapporto di amore, di grande rispetto e di fascino. Il mare è una grande forza e contiene molte forme di vita diverse. Inoltre non è un mezzo di divisione, ma una strada. I portoghesi hanno dimostrato nel corso della storia che il mare del pianeta è uno solo e lega tutte le terre e i popoli esistenti permettendo l'incontro tra le diverse culture. Circumnavigando il globo, quando l'Oceano era ancora perlopiù sconosciuto e molto temuto, abbiamo fatto comprendere al mondo che è tutta una stessa acqua.
Secondo alcuni studi sui cambiamenti climatici l'innalzamento del livello dei mari si è velocizzato e potrebbe mettere a rischio nei prossimi secoli alcune terre e città costiere. Che tipo di reazione hai di fronte a questa notizia?
Mi fa pensare al pianeta come ad un essere vivo. Per molto tempo non abbiamo avuto questa percezione. Con la rivoluzione industriale si sono create grandi strutture e un enorme livello di produzione che ha allontanato le persone dai lavori svolti un tempo a contatto con la natura. Le fabbriche hanno prodotto rifiuti che sono stati riversati nell'ambiente, in particolare nei fiumi e nel mare, senza comprendere che si andava a intaccare il pianeta in quanto essere unico e vivo. La gente si è creata una vita basata sulla produzione, sullo scambio di denaro e di altri valori di tipo economico, ma non credo che questo l'abbia resa felice. Il cammino più giusto da percorrere forse è proprio verso un riavvicinamento alla natura. Dobbiamo svolgere attività più vicine al nostro modo di sentire, evitando di produrre tutto l'inquinamento creato fino ad oggi.
Credi esista una "saudade" nei confronti del passato in cui eravamo meno consapevoli dei problemi globali, compreso quello dell'ambiente? La diffusione capillare dell'informazione ci rende più vulnerabili o più forti?
Penso che dobbiamo essere realisti. Dobbiamo servirci della conoscenza, rendendoci conto che alcuni effetti sono irreversibili e non si può tornare indietro. La consapevolezza globale di questi problemi può però renderci anche più portati a realizzare dei veri cambiamenti nel nostro stile di vita, nella distribuzione delle risorse del pianeta, e quindi renderci più forti. Dobbiamo arrivare al punto in cui ci rendiamo conto che per essere felici non dobbiamo possedere molto. La povertà non è un problema solo in Africa, ma anche in altri luoghi più vicini a noi, anche nella stessa Europa. Dobbiamo essere più attenti nei confronti di ciò che accade. Sono stata invitata dalla Commissione Europea ad essere ambasciatrice del Portogallo per la lotta alla povertà. Ho accettato perché è da molto tempo che penso all'importanza di questo tema. Credo ci sia un'insoddisfazione diffusa tra le persone che fanno un lavoro solo per sopravvivere ma da cui in realtà non traggono soddisfazione. Ora che il livello della comunicazione è globale non si può dire che non si è a conoscenza di alcuni eventi. Due fatti sono troppo evidenti: non ha senso che ci siano la guerra e la povertà. La guerra un tempo era un combattere corpo a corpo per affermare un'idea o la propria forza. Oggi è gestita a distanza ed è esclusivamente dovuta ad interessi economici. La crisi economica di oggi deve diventare un'opportunità per migliorare, per scoprire la propria vera vocazione. E' importante dare l'opportunità ai bambini di trovare la loro strada attraverso l'espressione della creatività e l'apprendimento di alcune attività artigianali. Questo può accadere solo attraverso un radicale ripensamento delle attività formative. Il lavoro dovrebbe essere visto come un'attività più umana. Non penso che si tornerà totalmente al baratto, anche se in alcuni casi potrebbe essere utile. Si può essere sicuramente pagati per il proprio lavoro, ma è sbagliato pensare di dover andare tutti all'Università e scegliere tutti la stessa professione, come accade oggi. Non dobbiamo diventare solo ingegneri o commercialisti o avvocati. Non sono le uniche scelte possibili e non sono per forza quelle che ci fanno felici.
La musica e la voce hanno un potere evocativo. Hai mai pensato di cantare la sofferenza di alcuni luoghi distrutti del pianeta o i sentimenti dei popoli legati a queste terre?
Ci sono molti diversi modi di parlare delle cose e si può cantare di molti temi. Ma io credo si debba sempre cantare della speranza e dei più nobili sentimenti umani. Il messaggio deve essere soprattutto che tutti dobbiamo essere attenti a noi e agli altri. Il rispetto è la cosa più importante che c'è. Da questo punto di vista la musica è una lezione di vita. Ci sono brani musicali in cui si suona con strumenti, melodie e ritmi diversi ma si costruisce comunque sempre un'armonia, che vive della partecipazione di chi la ascolta. La musica è una lezione di pace e di civiltà.
La potenza della tua voce e il tuo talento ti mantengono in relazione con una dimensione divina della natura?
Dio per me è l'inizio e il finale di tutto. E' una forza creativa e senza dubbio intelligente. Una delle sue facce, la più interessante, è il suo costante mistero, che ci obbliga a pensare alla nostra misura. Sarà sempre qualcosa che nella vita non si può conoscere e questo mistero è presente in ognuno di noi. Per questo è fondamentale il rispetto. Tutta la natura e il mondo in cui siamo immersi sono un'unica creatura straordinariamente intelligente.
Alcuni importanti testimoni come il Dalai Lama, altri maestri spirituali e studiosi di scienze sociali, sostengono che la donna abbia un ruolo chiave nel riequilibrio di alcuni problemi globali, anche quelli dell'ambiente. Cosa ne pensi?
La donna ha un ruolo particolare, ma deve esprimersi anche attraverso il raggiungimento di una maggiore vicinanza con gli uomini, siano essi i suoi figli o i suoi compagni nella vita o nel lavoro. Credo che la donna abbia un legame con la terra molto forte, anche per il fatto di nascere con la potenzialità di essere madre, e che abbia un intuito molto sviluppato, ma che la sua funzione sarà di contribuire all'unione della coscienza di tutta l'umanità, senza pensare che la parte femminile debba avere un ruolo superiore. E' importante che essa passi la sua coscienza e la sua sensibilità agli uomini. Nel rapporto tra uomini e donne c'è una distanza creata dal mondo maschile attraverso i secoli. Ci sono molte cose che noi sappiamo fare e per molto tempo non abbiamo potuto dimostrarlo. I due ruoli invece sono fondamentali e deve esistere il rispetto delle due parti. Solo nel secolo passato questa coscienza ha iniziato ad affermarsi a livello globale. Ciò che dobbiamo comprendere è che non è facile nemmeno trovare uomini che rispettano se stessi. Il loro ruolo sociale nel lavoro e nella finanza è stato costruito da e per loro, ma ne sono anche vittime. Sono il prodotto di una forma di vita e di mentalità che secondo me deve cambiare totalmente e noi dobbiamo aiutarli in questo.
Ti vedremo in Italia presto?
Probabilmente al festival La Milanesiana di luglio e in altre manifestazioni dello stesso periodo.